A fronte della crescente scarsità delle risorse naturali dei nostri tempi, la gestione intelligente degli edifici non si pone soltanto come uno strumento per migliorarne il comfort, quanto piuttosto come un approccio fondamentale per rendere le risorse disponibili al maggior numero di persone possibile. Tale approccio presuppone l'analisi e l'interpretazione coerente del comportamento individuale degli utenti in un edificio.
Nel corso di un dibattito tenutosi il 3 settembre al Faktor-3-Forum ad Aarau, Thomas Stadler, Chief Digital Innovation Officer presso Bouygues Energies & Services, ha discusso con Andrew Price, Direttore dell'iHomeLab della Scuola universitaria professionale lucernese, Roland Keller, Responsabile di settore Tecnica edilizia e dell'alimentazione presso Basler & Hofmann, e David Mastrogiacomo, Responsabile tecnico presso Losinger Marazzi, di possibilità, ostacoli e pericoli dell'integrazione del comportamento degli utenti nella gestione intelligente degli edifici.
Divario temporale fra progettazione e costruzione
«Per fare qualcosa devi prima progettarla». Partendo da questa verità scontata, Thomas Stadler ha illustrato quello che in edilizia è un grande problema: fra il momento della progettazione e quello della costruzione di un edificio trascorre molto tempo. Architetti e progettisti devono quindi prevedere lo sviluppo tecnologico e sociale dei dieci anni a seguire per rispondere alle esigenze degli utenti al momento della costruzione. L'impresa appare particolarmente complessa in ambito di impiantistica per edifici, visto il costante sviluppo tecnologico e sociale. Si sta assistendo a una trasformazione demografica e sociale, in cui sempre più persone vivono da sole, lavorano da casa, possiedono un'auto elettrica e hanno pretese sempre più alte riguardo a sicurezza, salute e condizioni climatiche fra le quattro mura, soprattutto d'estate.
Restrizioni
Nel corso dell'accesa discussione si è visto in modo chiaro che, al momento, lo sviluppo nella direzione di edifici smart che anticipano il comportamento degli utenti a favore dell'efficienza energetica è soggetto a numerose restrizioni. Stando alle valutazioni dei partecipanti alla tavola rotonda, le cause non sono da ricercarsi solo nei limiti imposti dalla legge, ma anche nelle riserve inerenti alla protezione dei dati. Un altro fattore fondamentale è il conflitto di interessi fra proprietari e locatari. A quanto pare, il desiderio dei locatari di un edificio smart che anticipa i bisogni degli utenti contrasta con le esigenze di redditività dei proprietari. Si deve quindi ancora lavorare sull'informazione per far conoscere appieno ai proprietari i vantaggi finanziari offerti dalle nuove possibilità tecniche.
Lo sviluppo non si ferma
I partecipanti hanno comunque convenuto sul fatto che la tendenza verso edifici smart, che tengono conto del comportamento degli utenti per ottimizzare il consumo di energia, è inarrestabile. La Strategia energetica 2050 della Confederazione esige misure significative nel campo dell'efficienza, in considerazione della scarsità di riserve disponibili. Attualmente, sono soprattutto le società quotate in borsa a dover dimostrare gli sforzi da esse compiuti per il risparmio delle risorse naturali.
Inoltre, secondo gli esperti, il rilevamento, l'analisi e la capacità di anticipare il comportamento degli utenti offrono opportunità anche nel campo della salute e della sicurezza. Opportunità che ora, anche a seguito dell'esperienza del CoViD-19, richiamano sempre maggiore attenzione.